Kyoto, Firenze d’Oriente (Higashiyama, Kiyomizu-dera e Kodai-ji)


la splendida vista che si gode dal tempio
Veduta di Kyoto dal tempio di Kiyomizu-dera

Kyoto, ore 07.38

Oggi scegliamo Holly's per colazione, è sempre ricchissima, ma mi piace di più rispetto a Starbuck's. Succo d'arancia, e poi tre pezzi a scelta tra dolci e salato (e allora vai di sandwich, croissant, tortine e biscotti), così quello che avanza lo porto con me perchè in Giappone è tutto perfettamente impacchettato. In compenso però il caffè è extra, che strano. Esserci alzati presto ha sicuramente i suoi lati positivi, abbiamo tante cose da vedere e poi a quest'ora è tutto tranquillo e si gira benissimo. 

Prendiamo il bus per arrivare nel quartiere di Higashiyama, in realtà potremmo arrivarci anche a piedi, ma le mie gambe protestano ancora per la "passeggiata" di ieri e così si fa anche prima. La giornata è stupenda ed improvvisamente mi sembra di ritrovarmi in un luogo fuori dal tempo, mentre lungo la via principale che risale la collina si affacciano tanti negozietti di dolci e biscotti che offrono té ed assaggi per la gioia dei turisti e delle numerose scolaresche che animano la mattina.

le caratteristiche stradine di Higashiyama la famosa pagoda del quartiere
gli studenti con le tipiche uniformi un risciò del quartiere

Raggiungiamo la prima meta di oggi: il tempio buddista di Kiyomizu-dera, che fa parte dei 17 siti della città inseriti nel Patrimonio mondiale dell'umanità denominato Monumenti Storici dell'antica Kyoto ed addirittura uno dei finalisti per le Sette Meraviglie del Mondo Moderno. 

lo scenico portale d'ingresso al tempio

si vede tutta Kyoto il palco in legno

Varcato il portale d'ingresso, come negli altri santuari ci sono diverse costruzioni e tempietti minori,  e mentre curiosiamo nei dintorni ci godiamo finalmente la prima giornata limpida da quando siamo arrivati e siamo fortunati, perchè non c'è luogo migliore per ammirare il panorama, anche se è la maestosa terrazza del padiglione principale a lasciarmi sbalordita, il Kiyomizu-no-Butai, il palco che sorregge la struttura, costruito con una tecnica speciale dove i 139 pilastri keyaki sono assemblati senza l'utilizzo di nessun chiodo e sorreggono il maestoso tempio con una terrazza posta a 12 metri di altezza. 

la spettacolare terrazza e i pilastri che la sostengono

la facciata del Kiyomizu io affacciata alla terrazza

E' un luogo veramente unico e suggestivo, tanto da aver dato origine al detto giapponese che dice "saltare giù dal palco Kiyomizu", che ha il significato di fare un grande passo o di prendere finalmente una decisione. La curiosità è che questo modo di dire nasce da una pratica che si era diffusa durante il periodo Edo (1603-1868) in cui i pellegrini erano convinti che se fossero sopravvissuti al salto dalla terrazza di questo tempio avrebbero visto realizzarsi un loro desiderio. Oggi, per ovvie ragioni tale pratica è vietata, ma durante i secoli, 234 intrepidi hanno realmente tentato, con un tasso di sopravvivenza dell'85%, probabilmente perchè la caduta veniva attutita dalla fitta vegetazione sottostante.

una bellissima lanterna in bronzo un bruciaincenso in bronzo incenso brucia suggestivo all'interno del tempio

il palco del tempio con la vegetazione sottostante

Arriviamo alla cascata di Otowa-no-taki, che da il nome al tempio (Kiyomizu significa infatti acqua cristallina), sotto la quale i fondatori del complesso erano soliti sostare in meditazione. E' divisa in tre fonti separate ed è necessario bere un sorso da tutte e tre per ottenere longevità, fortuna in amore e successo accademico.

la cascata divisa in tre fonti da dove si abbeverano i fedeli

Una particolarità per un tempio buddista è che il complesso al suo interno ospita anche il santuario shintoista Jishu-jinja, dedicato al kami dell'amore. 

l'ingresso del tempio shintoista

 statue di pietra che raffigurano un uomo ed una lepre una pietra dell'amore, è circondata da una corda ad indicare che è sacra

Qui ci sono due famose pietre, poste a dieci metri di distanza ed una leggenda narra che chi riuscirà a camminare ad occhi chiusi da una all'altra senza l'aiuto di intermediari troverà la sua anima gemella.


 Il tour di Higashiyama prosegue, vale la pena perdersi un po' tra le sue stradine caratteristiche mentre raggiungiamo la prossima tappa.

due ragazze in kimono su un risciò le stradine su cui si affacciano le botteghe per i turisti
un'insegna di legno indica la specialità della casa i sali e scendi del quartiere

Ci dirigiamo verso un altro tempo buddista, il Kodaiji, edificato in memoria di Toyotomi Hideyoshi, da sua moglie Nene e di cui mi interessa soprattutto il suo famoso giardino

una statua raffigura un toro all'ingresso del tempio

l'ingresso al tempio

E' un tempio particolare, costruito in stile Momoyoama, lo stesso del castello di Himeji ed appartenente al Buddismo Zen della scuola Rinzai-shu, adottato dai samurai del Giappone feudale. All'ingresso, in cambio di un'offerta un monaco scrive qualcosa su dei quaderni che gli porgono i pellegrini, ed è affascinante guardarlo immaginando che forse si tratta di un koan, una domanda che non ammette una soluzione intellettuale, come ad esempio:

Un monaco chiese a Yueh-shan:
“A cosa pensa uno mentre sta seduto?”
“Pensa al non pensare.” rispose il Maestro.
“E come fa a pensare al non pensare?” chiese il monaco.
“Senza pensare.” disse il Maestro.

un monaco intento a compilare uno shuin

Entro cercando di non-risolvere il quesito.

il bellissimo giardino del tempio

padiglioni si specchiano sull'acqua all'interno del giardino 
i bellissimi scorci del Kodaiji architetture e specchi d'acqua

Il giardino è un meraviglioso esempio di architettura paesaggistica in cui si alternano grandi alberi e rocce, posto in un contesto di un paesaggio collinare e dove dialogano diversi elementi, tra cui laghetti, case da té e boschetti di bambù.

la quiete dell'ombroso boschetto le cime dei bambù che si stagliano verso l'altoun sentiero solitario la tranquillità del boschetto

Al centro si trovano due case da tè, costruite dal famoso maestro della cerimonia Sen-no-Rikyu. Sono entrambe esempi tipici di chashitsu, dove tutti i materiali impiegati per la loro costruzione sono volutamente sempliciPasseggiando in questa meraviglia sto diventando Zen anche io ;)

la casa da te all'interno del gardino la casa da te

Un altro elemento caratteristico di questo giardino è il karesansui, il giardino di ghiaia modellata a simboleggiare le onde dell'oceano che si può contemplare da una veranda. 

il giardino secco del tempio la sabbia modellata del giardino secco

L'ora di andare arriva troppo presto, lasciamo il Kodai-ji e per oggi anche Kyoto. 
Prossima destinazione Nara.