Kyoto, Firenze d’Oriente (Ginkaku-ji, il Padiglione d'Argento e Kyoto Gyoen)
Il Padiglione d'Argento |
La sveglia suona presto, ma perdiamo un po di tempo non si sa come.
Anche stamattina colazione da Holly's, che ormai è il mio preferito e senza i suoi sandwich non andrei più da nessuna parte.
Anche stamattina colazione da Holly's, che ormai è il mio preferito e senza i suoi sandwich non andrei più da nessuna parte.
Prendiamo il bus, ed arriviamo al tempio di Ginkakuji, per vedere il Padiglione d'Argento, la villa dello shogun Ashikaga Yoshimasa. Non realizzò mai il suo desiderio di ricoprirlo di foglie argentate, ma dopo la sua morte l'edificio venne trasformato in un tempio buddista ed oggi è considerato un tesoro nazionale.
La stradina per arrivarci ricorda un po' il quartiere Hagashiyama con i suoi negozietti, le numerose botteghe di dolci e.. ma qui ci sono anche i coniglietti!
Una cosa molto caratteristica dei negozi di souvenirs di ogni zona che ho visitato, è che pur vendendo articoli molto simili, c'è sempre una mascotte del luogo che li distingue.
A Nara erano i cervi naturalmente, a Inari le volpi, qui i conigli, in riferimento all'antica credenza dello tsuki no usagi, il coniglio lunare.
La leggenda racconta che un giorno un anziano viandante si presentò a quattro animali: una scimmia, uno sciacallo, una lontra ed un coniglio, supplicando del cibo.
Subito la scimmia si inerpicò su un albero per offrire dei frutti, lo sciacallo entrò in una casa a rubare da mangiare, la lontra pescò un pesce, solo il coniglio non avendo particolari abilità per poter essere d'aiuto, si gettò nel fuoco per offrire tutto se stesso.
Il vecchio si rivelò essere una divinità e per ricompensare il coniglio del suo gesto disegnò la sua immagine sulla superficie della luna, che per i giapponesi infatti è visibile quando è piena.
Il complesso del tempio comprende incantevoli giardini giapponesi costituiti da due sezioni contrastanti che si combinano armoniosamente. La prima è un giardino tradizionale con uno stagno verde sul quale si affaccia il padiglione. Il secondo è un Karesansui, un giardino di pietra composto da sabbia disegnata.
Il cumulo a forma di tronco di cono rappresenta il monte Fuji (a cui manca la punta, la si deve immaginare: è quella parte che sfugge del tutto, che non è mai completamente manifesto nello Zen), mentre la distesa di sabbia simboleggia un mare con un moto ondoso, che brilla al chiaro di luna e per questo è chiamato Mare di sabbia d'Argento.
E' forse il più bel giardino che abbia visto fin'ora e posso vedere dal vivo la cura straordinaria necessaria a mantenerlo, qui un giardiniere toglie gli aghi di pino dalla sabbia.. uno per uno!
Mentre un'altro spazzola il muschio per togliere le foglie cadute dagli alberi! É un lavoro da pazzi, ma il risultato è assolutamente meraviglioso, il giardino è un sogno.
Un po' controvoglia lascio questo paradiso e proseguiamo per la passeggiata del filosofo, chiamata così perchè il professore di filosofia Nishida Kitaro la percorreva ogni giorno per recarsi all'università.