A piedi scalzi in un airone bianco
Il castello di Himeji visto dal suo parco |
Kobe, ore 10.30
Pioviggina, dopo aver fatto colazione in albergo e perso un po' di tempo per organizzare i prossimi giorni, raggiungiamo la JR station e saliamo sul primo treno per Himeji. Il viaggio é breve, col treno rapido, giusto il tempo di avvistare in lontananza il ponte sospeso di Akashi-Kaikyo, il più lungo del mondo. Il ponte, lungo 3911 metri unisce Kobe all'isola Awaji. Quando era ancora in costruzione, nel 1995 resistette al terribile terremoto di Kobe di intensità 6.8 della scala Richter, che distrusse la città e causò più di 6.000 vittime, danni per 10.000 miliardi di yen e il cui epicentro fu localizzato proprio nello stretto di Akashi.
Usciamo dalla stazione di Himeji. Di fronte, si apre un lungo viale su cui si affacciano varie attività commerciali e in fondo, proprio davanti a me si erge maestoso l'Hakurojo, l'airone bianco.
Il castello, uno dei più antichi edifici del periodo Sengoku giunti fino a noi è finalmente al termine di una colossale impresa di restauro cominciata nel 2009, in cui è stato "smontato" e riassemblato pezzo per pezzo e dal '93 è inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Io mi sento privilegiata a poterlo ammirare in tutto il suo splendore, ed estremamente fortunata ad essere qua.
In verità l'emozione che provo è molto difficile da descrivere, un misto tra un sogno che si avvera (vorrei pizzicarmi per essere certa che sia reale) e la sindrome di Stendhal.
Varchiamo l'ingresso del parco che lo circonda e cominciamo a percorrere il dedalo di stradine che costeggia le diverse cerchie di mura ancora esistenti e che conducono al maschio centrale, un percorso a spirale, ricco di vicoli ciechi, progettato a scopo difensivo per confondere i nemici durante l'assedio. Arrivati all'ingresso scopriamo che fortunatamente una parte del castello è visitabile, e che, incredibile ma vero, dobbiamo proseguire scalzi!
L'interno delle mura ospita un piccolo museo, dove sono spiegate le tecniche di costruzione del castello, il modo ingegnoso in cui sono state assemblate le onnipresenti travi, come si è svolto il colossale lavoro di restauro ed osservare come si viveva ai tempi del Daimyo, il signore feudale.